venerdì 7 ottobre 2011

Davide Albertario, due lettere inedite












Francesco di Ciaccia, Davide Albertario, due lettere inedite per un libello al cianuro, Milano, La pulce – edizioni di passione, 2004, pp. 16.



Premessa dell’Autore
Storia di una “donazione” e notizia del materiale
Nel 1982, ricorrendo il VII centenario della nascita di san Francesco, mi occupai di lui a livello di studio; subito dopo, nel 1983, approssimandosi il II anniversario (1985) della nascita di Manzoni, allargai il discorso al mondo cappuccino de I promessi sposi. Fu in tali circostanze che l’allora direttore dell’Archivio Provinciale Cappuccini Lombardi, Padre Serafico Lorenzi, mi donò, in fotocopia, le presenti missive di don Albertario. Al momento non ne feci nulla, preso dalle ricerche manzoniane e, subito dopo, dal lavoro “investigativo” su inediti dannunziani messi a mia disposizione dal successivo e attuale direttore, Padre Fedele Merelli -, dalla cui “esplorazione” nacque il libro D’Annunzio e le donne al Vittoriale. Corrispondenza inedita all’infermiera privata Giuditta Franzoni (dicembre 1996).
Oggi riprendo il materiale. Si tratta di due fogli, vergati a mano su recto e verso, costituenti le missive di Albertario, e di un foglio di minuta del Provinciale in risposta alla prima lettera (quest’ultimo non reca firma alcuna, ma si tratta con ogni probabilità di Padre Giambattista Stecchetti da Bergamo, eletto dal Capitolo provinciale, triennale, il 27 aprile del 1887; rinuncerà al Provincialato il 21 settembre dello stesso anno).
Per quanto riguarda invece il convento – cioè il Convento del Sacro Cuore in Monforte -, esso era sede, ed è tuttora, della Curia provinciale: da non confondersi, come sembrerebbe fare qui lo stesso Albertario, con quello “manzoniano” di Porta Orientale, intitolato alla Concezione e ubicato nell’attuale via dei Cappuccini (poi soppresso nel 1810).
Il presente scritto non si propone ovviamente di delineare il pensiero e l’opera di don Davide Albertario, pensiero e opera che s’incuneano in un periodo storico profondamente lacerato nel tessuto civile ed ecclesiale, politico e teologico, e che attraversano differenti fasi storiche, dalla stagione di Pio IX a quella di Leone XIII. Semplicemente, tende ad inquadrare il motivo per cui Albertario si rivolse al Padre Provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa di Milano.


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